L’utilità degli schiaffi
Cari Soci,
seppure un gruppo di noi si sia dato parecchio da fare per organizzare il Raduno annuale durante quella che sarebbe dovuta essere una delle manifestazioni aeree più interessanti e innovative dell’anno, alcuni problemi tra la società organizzatrice e le aziende che avrebbero sponsorizzato l’evento hanno portato alla sua cancellazione per il 2023, puntando sul prossimo anno. Delusione a parte – c’è chi ha lavorato gratis anche la notte – fa parte del rischio d’impresa e ora ci stiamo organizzando per svolgere il nostro evento annuale in altra sede. Magari con meno risonanza mediatica, ma certamente con l’entusiasmo e la voglia di ritrovarci. Ancora qualche giorno di pazienza e a breve, anche attraverso l’immediatezza dei social network, sapremo il luogo destinato a ospitare il 51° Raduno CAP. Di certo non si perde mai, o si vince o si impara, e ciò è servito per ricordarci che se dobbiamo dipendere da altri è meglio saper rinunciare prima di fare danni.
Nel frattempo, un’altra manifestazione aerea alla quale la nostra Associazione avrebbe partecipato con alcuni velivoli è stata annullata a causa del tragico incidente accaduto il 29 aprile al pilota delle Frecce Tricolori “Pony 5”, capitano Alessio Ghersi. Ci siamo pertanto stretti alla famiglia e al personale del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, che speriamo possano superare questo momento terribile e doloroso. Ma questo incidente, avvenuto mentre Alessio volava su un velivolo elementare, per noi piloti appassionati deve essere come uno schiaffo che ci ricorda come gli incidenti possano capitare anche ai più capaci, preparati e allenati.
Ciò detto passiamo a un argomento decisamente più tecnico e utile alla messa in volo dei nostri Experimental, siano essi registrati come aviazione generale o ultraleggeri.
Tempo fa il Club Aviazione Popolare ha affidato a un gruppo di soci esperti (tra i quali un pilota collaudatore sperimentatore che vola volentieri aeroplani leggeri, un comandante di liner già IST, un pilota e IST con molteplici costruzioni sulle spalle e un IST ex flight test engineer), l’elaborazione di un metodo per creare i programmi delle prove di volo “su misura” per ogni tipo di realizzazione. Inutile, infatti, imporre collaudi da sperimentatori a velivoli standardizzati o semplicemente rimessi in condizioni di volo come storici, magari anche senza aver apportato modifiche di un certo livello.
L’esplorazione dei limiti dell’inviluppo di volo, seppure sia una definizione altisonante e corretta, non è sempre necessaria, anzi, non lo è quasi mai con i nostri aeroplani, e le cosiddette “prove”, molto spesso sono una serie di esercizi che non implicano capacità da stregoni né astronauti. Ma tanta consapevolezza e la capacità di valutare correttamente la situazione. Perciò è decisamente utile avere a disposizione una guida per stabilire quali prove fare, come, perché, e soprattutto come interpretare i risultati ottenuti, partendo dal concetto che tutti possiamo essere collaudatori, che nessuno è perfetto e che la fretta non è contemplata, anche soltanto quando installiamo a bordo un nuovo strumento e “vogliamo vedere come funziona”. Tale lavoro, svolto gratuitamente nel vero spirito degli Homebuilders, sarà presto presentato a ENAC e una volta “consacrato” entrerà a fare parte delle procedure del CAP in quanto Soggetto qualificato. Anche in questo caso servirà ancora un po’ di tempo, ma alla fine, a seconda della situazione (costruzione da piani, da kit, restauro, modifica, eccetera), sarà più semplice per i soci in aria di Permesso di Volo di collaudo scrivere il programma delle prove di volo rendendole “su misura” e scevre da qualsiasi interpretazione eccessiva o fantasiosa che possa scoraggiare o indisporre il pilota giunto ormai in prossimità del suo traguardo. Per gli IST il manualetto vuole costituire un’utile traccia per affrontare con realismo e proporzionalità la fase delicata in cui si segue l’involo dell’aeroplano di un proprio assistito. Seppure non sia possibile standardizzare e razionalizzare ciò che razionale non è mai completamente, ossia l’uomo, è evidente che la valutazione di poter affrontare o meno il collaudo del proprio aeroplano è innanzi tutto l’auto-analisi che ognuno deve fare dimostrando di possedere in primis un atteggiamento equilibrato e prudente. E ben vengano, se non ci riteniamo sufficientemente preparati, le deleghe ad altro pilota o l’allenamento specifico richiesto per sviluppare le proprie capacità, presso organizzazioni d’addestramento riconosciute. A presto, sperando in notizie più “leggere”.
Sergio Barlocchetti