Cari Soci,
Il nuovo anno, per citare il grande Lucio Dalla, ci vedrà impegnati su diversi fronti, alcuni decisamente tecnici, altri più politici ma altrettanto importanti. Cominciamo con l’annunciata estensione delle sorveglianze alle mongolfiere, costruzioni che stiamo già seguendo ma che alcune indecisioni del regolatore, cioè ENAC, rendono impossibile completare. Senza girarci intorno, l’ENAC di Torino, che era competente per questo tipo di macchine volanti, deve chiarirsi con il nostro “Team Leader” – termine orribile per individuare il referente CAP presso ENAC – e come si dice, chiudere la questione approvando il nuovo Manuale del Soggetto Qualificato con i nuovi privilegi e le nuove procedure. Restando in campo aerostatico, il 2025 sarà probabilmente anche l’anno dei dirigibili, con una costruzione in divenire, e senza dubbio si avvicinerà anche il momento in cui qualcuno, dopo aver comprato un kit di un grande quadricottero sul quale può sedersi, vorrà presentarsi al CAP per essere seguito nella realizzazione.
Già sento alcuni puristi dell’Associazione borbottare che non sono aeroplani, che sono pericolosi e anche brutti. Ma a parte quest’ultimo aggettivo, sul quale posso anche concordare – belli da vedere non sono – per tutto il resto quanto sta avvenendo nel mondo dice esattamente l’opposto. Come espresso più volte, se colossi dell’industria aerospaziale e automotive hanno scommesso miliardi di dollari per realizzare taxi volanti, le configurazioni più semplici, magari al massimo biposto, non tarderanno a diffondersi come velivoli aero-sportivi. E poi ci sarà per i progettisti la possibilità di ibridare le idee, costruendo magari droni semi dirigibili e chissà quale altra macchina volante mai vista prima. Temerli o escluderli non cambierà le leggi della fisica e non fermerà la tecnologia disponibile; invece nel breve tempo già limiterebbe molto le competenze delle prossime generazioni degli Incaricati per la Sorveglianza Tecnica del CAP.
E noi vogliamo esattamente il contrario.
Riguardo le tendenze attuali, si sta diffondendo l’applicazione dei sistemi di atterraggio automatico d’emergenza, da qualche anno disponibile sul Cirrus Vision SF50 G2, sull’alta gamma dei prodotti Piper e presto anche bireattori Cessna Citation CJ di terza generazione. In breve, nel caso di un singolo pilota a bordo che risulti incapacitato, la pressione di un tasto da parte di chiunque sia a bordo comporta l’atterraggio automatico presso un aeroporto raggiungibile e adatto, la comunicazione d’emergenza agli enti ATS e anche l’allerta dei soccorsi. Ma significa anche che non appena il colosso dei sistemi di navigazione creerà una versione per Experimental, esattamente come ha fatto per le piattaforme avioniche, qualcuno la comprerà e dovremo trovare il modo di assicurarne l’installazione corretta e il funzionamento. Fa però piacere che in un mondo sempre più informatizzato e standardizzato (l’invasione dei kit di Van’s Aircaft è inarrestabile), restino presenti costruttori che partono dai piani per costruire il loro aeroplano, sovente in legno, puntando alla massima semplicità. Come fare un Volksplane o un biplano Hatz. Certo, poi la radio che sarà installata probabilmente sarà del tipo SDR, ovvero Software Defined, definita dal software, che significa essere composta da un computer, da un firmware esteso e da un oscillatore, ormai ultimo sopravvissuto della generazione che poteva definirsi come radio. E salvo qualche ultimo costruttore mohicano (Funke, Becker…) sono fatte rigorosamente in Cina.
Tutti questi cambiamenti possono essere subiti oppure diventare occasione per capire meglio le nuove tecnologie. Del resto, quando dalle centine in legno fatte con il disegno e la dima si è passati a quelle ricavate con macchine a controllo numerico, oppure quando una scansione tridimensionale ha permesso di ricostruire un pezzo ormai introvabile, dopo un attimo di smarrimento siamo tutti restati stupiti della precisione e della qualità della realizzazione. Dunque a preoccuparci non dovrebbe essere tanto la tecnologia, quanto come l’ENAC si mostrerà flessibile e realista nell’accoglierla e incoraggiarla. Benché anche recentemente stia dimostrando d’essere ancorato saldamente a regole desuete, come è avvenuto recentemente proprio in fatto di apparati radio con richieste superate dalla realtà. Restiamo all’erta e prepariamoci a combattere per le nuove frontiere.
Sergio Barlocchetti