Cari Soci,
Con l’entrata in vigore del Regolamento per la liberalizzazione delle Aviosuperfici, fatto rinviare all’ultimo momento da Aopa Italia al mese prossimo (marzo), è tornato attuale un vecchio tormentone riguardante la presunta perdita della possibilità di ridecollare da parte di un velivolo Experimental che volesse operare su un campo volo, ovvero quelle strisce per decollo e atterraggio che soddisfano la definizione Easa, ma hanno il grande pregio di non essere contemplate da Enac.
Tra le molte stupidaggini scritte in quel regolamento c’è quella secondo la quale un pilota abilitato al volo in montagna potrebbe usare una aviosuperficie temporanea, mentre tutti gli altri no.
Anche gli elicotteristi possono aprire una elisuperficie temporanea, mentre un pilota di ala fissa può farlo soltanto se possessore di abilitazione al volo in montagna per atterraggi su superfici evidentemente in pendenza. Mistero. In altre parole nel regolamento in questione ci si appella talvolta alle caratteristiche dell’aeroplano, che dovrebbero essere conosciute anche dal gestore dell’aviosuperficie – patentato online con esame da 15 minuti – e altre volte a quelle del pilota.
Come dire, vedetevela voi ma noi di Enac ne restiamo comunque fuori. Ma decidere dello stato di aeronavigabilità di un velivolo Experimental, oppure Storico orfano amatoriale, è appannaggio del suo costruttore, dunque nel caso dei nostri velivoli queste nuove regole vanno riviste o, quantomeno, chiarite una volta per tutte nella loro applicabilità. E, scusate se insistiamo, deve farlo esplicitamente Enac, scrivendo che possiamo farlo una volta per tutte. Un esempio può essere illuminante: se pilotando il proprio autocostruito, per ragioni lontane da emergenza o urgenza, un pilota dovesse atterrare in un’area idonea e con il consenso del proprietario, soltanto lui potrebbe giudicare se l’aeromobile è ancora in grado di decollare, sia dal punto di vista tecnico-manutentivo, sia da quello logistico, ovvero valutando le caratteristiche della pista improvvisata rispetto alle prestazioni dell’aeroplano.
E se non ci sono stati danni né feriti, perché mai dovrebbe avvertire l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo? Ma soprattutto, perché mai dovrebbe scadere il certificato di validità del Permesso di Volo? Da questo nasce una seconda osservazione: esistono campi volo le cui dimensioni sono più estese di quelle di talune aviosuperfici, posti dove operano velivoli sportivi, ultraleggeri avanzati, dalle prestazioni largamente superiori a quelle di molti Experimental e Soa.
Ed esistono velivoli Experimental nati per non usare piste ma superfici non preparate, o storici nati quando le piste neppure esistevano, indipendentemente dal loro status giuridico. Lo ammetto, una delle cose belle di pilotare un vecchio Piper J3 è che preferisce l’erba, eppure non è certo un aeroplano da fuoripista estremo come i Carbon-Cub, Savage Bobber o Just Aircraft, magari dotati di ruote Alaska per il Bush nostrano.
Dunque, insieme ad Aopa Italia sarebbe il caso che ci presentassimo al tavolo tecnico con Enac proprio per non continuare a subire il classico atteggiamento “Facite ‘a faccia feroce!”.
Per chi non lo ricordasse, era l’incitamento che il generale Francesco Landi dava alle sgangherate truppe reali che stavano per affrontare quelle in camicia rossa di Giuseppe Garibaldi. Che le avrebbero fatte apezzi.
Perché innanzi a certi discorsi di Enac ci torna in mente proprio questa immagine. Ne sanno poco di aviazione generale amatoriale, vivono pilotando scrivanie al posto di aeroplani, ma vogliono apparire legislatori competenti e inflessibili, dei veri regolatori, che però cadono innanzi a una realtà che si dimostra molto più avanti dei loro regolamenti. Infine, un terzo motivo per pretendere un po’ di attenzione: tanto i funzionari Enac cercano precisione, rispetto delle regole e competenza da noi, tanto siamo ora costretti a esigerla da loro. Ricordandogli, ancora una volta, che la missione dell’Enac è: “ Nello svolgimento della propria attività istituzionale di regolazione e controllo del settore aereo l’Ente promuove lo sviluppo dell’Aviazione Civile, garantendo al Paese, in particolare agli utenti ed alle imprese, la sicurezza dei voli, la tutela dei diritti, la qualità dei servizi e l’equa competitività nel rispetto dell’ambiente”.
Che dite, se lo ricorderanno?
Sergio Barlocchetti