Cari Soci,
poco più di due mesi fa, al salone internazionale di Farnborough, complice l’attesa di un bus il ritardo, il discorso è andato oltre i temi industriali previsti e il nostro sguardo è stato attirato da un gruppo di ragazzi, approssimativamente tutti tra i 12 e i 16, massimo 17 anni, che appartenevano a una scuola aeronautica.
Avevano una maglietta rossa con questa frase “Io sono l’aviazione”.
Ed è vero. Spesso, perché colpiti dalla burocrazia come dallo sconforto, dal dover sprecare energie per far capire che in Italia un raduno di piloti e una manifestazione aerea sono cose giuridicamente differenti, oppure nel dover spiegare al regolatore che il gestore di un’aviosuperficie non dovrebbe essere costretto a fare un corso ogni due anni per mandare avanti la sua pista, finiamo per sentirci attori – sarebbe meglio vittime – di un mondo parallelo a quello dell’aviazione.
E invece ne facciamo parte esattamente come l’operaio della Boeing, l’ingegnere di Leonardo e l’assistente di volo Ryanair.
Tutti hanno una funzione e uno scopo preciso e il nostro, oltre a costruire e gestire aeroplani fatti da noi (o quasi), è dare sfogo alla passione ispirando nuovi appassionati. Ecco, allora, che al Raduno che si è tenuto fa qualche giorno fa abbiamo voluto portare con orgoglio e consapevolezza il motto dei ragazzi inglesi.
Noi siamo aviazione
Lo siamo stati, quando c’è stato l’incontro con gli incaricati di sorveglianza tecnica (IST) della nostra organizzazione, e lo siamo stati ancor di più, quando abbiamo promosso un workshop dedicato ai simpatizzanti e ai ragazzi e ragazze delle scuole medie.
Lo siamo stati quando il giorno successivo, abbiamo promosso i workshop sulle costruzioni di velivoli in legno, in materiali compositi e in metallo, sull’installazione e manutenzione di motori boxer, su come nasce e cosa è una elica. Lo siamo stati mentre la giuria è stata al lavoro per assegnare i trofei ai migliori velivoli amatoriali, storici e ultraleggeri, e alla fino lo siamo stati quando ci siamo rilassati durante la nostra cena sociale con la consegna dei trofei e dei riconoscimenti.
Lo siamo stati quando, la giornata successiva, famiglie intere di Foligno e dintorni hanno approfittato dell’evento per mettere il naso nel loro aeroporto scoprendo che anche loro posso essere l’aviazione.
Ogni discussione, ogni contributo, ogni ragazzino che siamo riusciti a far salire sugli aeroplani, ogni secondo speso per far scoprire il nostro mondo è stato un prezioso contributo nella direzione giusta.
E mai dobbiamo cedere al dubbio che non ne valga la pena.
Chi ha pensato quelle magliette ha ragione. Noi siamo l’aviazione, ne siamo l’incubatrice, l’espressione della passione di chi è disposto a sacrificare tempo, risorse e pensieri per poter stare per aria. Mai Saint-Exupéry è stato così attuale: il volo ci libera dalla tirannia delle piccole cose.
La missione è liberare nuove leve.
Sergio Barlocchetti