121 anni ma ancora una bambina
(Tempo di lettura…poco piu della durata dei primi voli…)
Vivevano nella stessa casa, lavoravano insieme sei giorni alla settimana, avevano un conto in comune, si scavarono il pozzo che garantiva loro l’acqua potabile. Anche la casa dove vivevano la costruirono da se. Pescavano i pesci che mangiavano. Nessuno dei due si sposò, ne’ ebbe apparentemente affetti diversi da quelli familiari. L’unica donna della loro vita fu la sorella minore, Katharine. Quando lei si sposò all’etá di 52 anni uno dei due fratelli non le parlò più, ammorbidendosi solo quando lei fu sul letto di morte. L’altro fratello era nel frattempo morto, di febbre tifoide, nel 1912.
Nessuno di loro aveva frequentato l’universitá ne’ avevano frequentato corsi di fisica o ingegneria. Eppure ogni passo fatto per raggiungere il loro obiettivo non solo fu corretto ma in molti casi fu brillante…in quasi tutti i casi, originale. Ogni passo fatto vedeva una attenzione quasi maniacale al dettaglio che non svalutò affatto il significato della parola che definiva quello che, soprattutto uno dei due, possedeva: il genio!
Solo cinque erano le persone presenti 121 anni fa:John Daniels (a cui diamo i crediti delle uniche immagini), Johnny Moore, che erano i due addetti della stazione di salvataggio marittimo di Kill Devil Sand Hill, e tre occasionali visitatori (A. D. Etheridge, William C. Brinkley e il quindicenne Johnny Moore) che quella mattina, non sapendo che fare, si trovavano, alle 10:35, sulla fredda spiaggia dove un vento gelato di quasi 40 km/h aveva anche fatto gelare alcune pozzanghere. Quel giorno, tre voli…uno da 12″, uno da 15″ e uno da 59″ ….
É scioccante scoprire che il riconoscimento ufficiale del loro lavoro giunse solo 3 anni dopo, nel 1906.
É cosi che vorrei ricordare che 121 anni fa cominciava l’ultimo giorno della terra senza macchine volanti. Da dopodomani tutto cambierá e lo fará in modo rapido come in pochi altri campi della tecnologia.
Dico grazie a loro, i due fratelli Wright, Orville e Wilbur perché é anche grazie a loro che molto spesso posso salire in cielo e scendere sporco di azzurro e con un nuovo sorriso sulle labbra!
Testo di Andrea Chewbert Liotti