Cari Soci,

Sul prossimo numero di questa rivista troverete il report sul nostro 52° Raduno Nazionale. Oggi, ormai estinti gli stampatori che lavoravano di notte e i fotolitisti da lentino e para-maniche verdi, i mensili di carta poco si conciliano con i tempi dell’attualità, demandata ormai ai social network e al tempo reale di internet. Peccato, noi amanti della costruzione manuale sappiamo invece quanto si viva bene nell’unico tempo che la natura ha consacrato all’umanità, ovvero l’imperfetto. Scusate la premessa con licenza grammatical-filosofica, ma era necessaria per far capire che l’aviazione, dalla quale esigiamo sicurezza, comporta sempre riflessione e pensiero, non a caso un tempo si diceva: “pensa tre volte e agisci una”. L’argomento, neppure a dirlo, riguarda il tempo necessario per il controllo e l’approvazione dei documenti che vengono inviati alla Segreteria e all’Ufficio tecnico da costruttori e incaricati per la sorveglianza tecnica, che spesso sono illeggibili, confusi, imprecisi.

Siamo amatori e volontari, non professionisti, quindi è accettabile che qualcosa possa non essere perfetto – chi scrive è IST e riceve i rimbrotti (leggere cazziatoni) con regolarità – tuttavia proprio nella parola “amatore” dovrebbe celarsi l’intenzione di amare quanto si sta facendo anche nel redigere i documenti. Servono tempo e competenze, nessuno lo nega, ma proprio il fatto che siamo un’associazione e non una società di servizi è il fattore chiave che consente di chiedere a più persone qualora non si sia convinti di che cosa fare, scrivere, correggere, elaborare. E la risposta è gratuita, sovente anche molto competente. Nessun IST dovrà mai essere geloso se un sorvegliato chiede ad altri, nessun costruttore deve sentirsi limitato nell’approfondire gli argomenti. L’obiettivo è sempre uno soltanto, fare le cose per bene e volare.

Eppure, arrivano all’Ufficio tecnico carte illeggibili, svarioni, persino aeroplani che cambiano tipo e motore con lo scorrere delle pagine dei manuali, svelando l’immancabile operazione di “copia e incolla” e spesso anche da chi è stato ricavato (non siamo migliaia, purtroppo). E dire che sono a disposizione dei template standard, che non è obbligatorio creare l’enciclopedia britannica – specialmente per il manuale di volo, che poi risulta illeggibile stando per aria – e neppure una tesi di laurea. Mentre è sempre ben accetta una personalizzazione pensata sulle proprie esigenze, purché non priva delle informazioni necessarie perviste dal buon senso.

Dal lato opposto, il CAP è consapevole che per arrivare a decollare siamo costretti a compilare un bel po’ di carta e l’ufficio tecnico è sempre impegnato a capire come velocizzare le pratiche per il rilascio dell’autorizzazione della stazione radio e, in generale, dei permessi di volo, pur nel rispetto di quanto ci impone Enac per le nostre procedure approvate. Vi terremo informati al riguardo.

Infine, comunichiamo un importante cambio della guardia all’interno delle funzioni dell’Associazione: l’ingegner Diego Praderio, responsabile della qualità, che ha traghettato il CAP attraverso il percorso per divenire QE, e per tutto questo lo ringraziamo, è stato chiamato ad altre esperienze professionali. Prende il suo posto l’ingegner Mariagrazia Franco, che in fatto di compliance si è fatta le ossa presso diverse aziende aeronautiche, officine certificate e anche aeroclub. Anche per lei, il passaggio dalla rigorosa normativa Easa alla realtà Experimental comporterà il tempo necessario, le diamo quindi il benvenuto tra noi “smanettoni dell’imperfetto”.

Sergio Barlocchetti

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